La ragazza bresciana che disegna i campioni del volley

Presentati
Sono Giulia Maccaboni, ho 28 anni e abito a Rezzato.
Da dove nasce la passione per il disegno?
E’ una passione che ho sempre avuto, amo disegnare sin da piccolina. Mio nonno era molto bravo e un po’ mi ha trasmesso lui questa passione, che mi è sempre piaciuta. Ho scelto il Liceo Artistico per coltivarla e, pur non essendo sicura di quello che avrei fatto, sapevo che il mio futuro sarebbe stato legato all’arte o al disegno.
Come ti sei avvicinata alla pallavolo?
Tra me e il volley c’è sempre stato un rapporto di amore-odio. Odio soprattutto quando devo giocarci io – forse l’ultima volta è stata in un’ora di educazione fisica in quinta liceo (obbligata dal professore) – amore perché è lo sport che seguo principalmente. Il colpo di fulmine è stato durante le Olimpiadi di Rio 2016, e da lì non ho più smesso.
L’origine di Timeout Stories?
Nasce in concomitanza con Rio 2016. La prima vignetta l’ho pubblicata il 4 settembre 2016, poco tempo dopo la fine delle Olimpiadi. Timeout Stories è mutata nel tempo, nasce legata alla web radio di Luca Vettori e Matteo Piano.
La seguivo e mi piaceva molto, e quindi ho pensato di creare come passatempo delle vignette divertenti, legate agli avvenimenti che loro raccontavano durante le loro puntate.
Poi mi sono accorta che quello che creavo riscuoteva successo e ho pensato di ampliare i soggetti alla squadra dei due giocatori, cioè Modena. Ho iniziato a disegnare altri giocatori e successivamente ho raddrizzato il tiro, indirizzandomi verso quelli che erano più affini alla mia attività.
E’ diventato un modo per prendere più alla leggera vittorie, sconfitte, trasferte. Ho disegnato tanto Santi Orduna e Max Holt, giocatori dallo spirito molto autoironico… posso dire siano i miei preferiti.
Ora ciò che disegno è meno scherzoso e non hanno più l’esclusiva i ragazzi di Modena, sono diventata super partes e non seguo più un’unica squadra. Sono passata alla pallavolo in generale, soprattutto da quando ho iniziato a collaborare con la Federazione Italiana Pallavolo.
Quali sono i traguardi più significativi di questa esperienza?
Sicuramente quello [di lavorare per la Federazione Italiana, ndr.] è stato uno dei momenti più importanti. Poter disegnare i mondiali è stata un’esperienza bellissima, e spero di poterla replicare.
Obiettivi?
Disegnare le Olimpiadi, dovevano essere quest’anno… spero nel prossimo!
La maggior soddisfazione da quando fai questo lavoro?
Non è una domanda semplice: a livello lavorativo la collaborazione con la FIVB, che è arrivata subito dopo i Mondiali, e quella con la FIPAV che è continuativa.
Dal punto di vista umano, è molto stimolante riuscire ad avere un rapporto con i giocatori, che non è quello di “fan”, è più sentire di appartenere a una squadra anche senza giocare. Sia i ragazzi della della nostra nazionale sia gli stranieri sono molto accoglienti, sono sempre riusciti a farmi sentire a mio agio. Questa è una gran soddisfazione.
C’è poco da dire su una persona che in maniera così pulita ci racconta il volley, quindi lasceremo parlare le sue opere. Il consiglio è di correre subito a seguirla su Facebook e Instagram!