Scopriamo “Atleti al tuo fianco”, ideata da un medico bresciano

Il progetto Atleti al tuo fianco vuole sensibilizzare sul tema della lotta ai tumori, partendo da questa domanda:
possono sportivi professionisti avvicinarsi al tema tumori, semplicemente parlando di come nella propria vita affrontino sfide e avversari difficili, sebbene le proprie battaglie siano confinate all’ambito sportivo?
Abbiamo chiesto di spiegarci l’iniziativa al dottor Alberto Tagliapietra, medico, docente e ricercatore bresciano che ha ideato questo progetto.
Da dove nasce l’idea del progetto “atleti al tuo fianco”?
“Atleti al tuo fianco” nasce dal mio lavoro quotidiano ambulatoriale: dedicando molto tempo all’ascolto di chi in prima persona o con un familiare vive una diagnosi di tumore maligno, mi sono reso conto che molti disagi della vita quotidiana nascono da difficoltà che possono sembrare secondarie ma in realtà sono molto dannose. La solitudine e l’incomprensione sono due elementi che complicano la condizione di malattia, sebbene questa sia di per sé già difficilissima. Essere
circondati da persone che non capiscono, aumenta la difficoltà, perché ti fa sentire solo nell’affrontare una sfida delicata.
Ho deciso di dare luce a un nuovo modo per raccontare la vita quotidiana con il cancro, usando lo sport come una metafora delle difficoltà e delle emozioni di ogni giorno di chi affronta un tumore, perché chi legga le parole dei campioni possa essere più consapevole del mondo di emozioni in oncologia.
Come possono la pallavolo e la lotta contro il cancro avere un territorio di dialogo comune?
Seppure in ambiti molto distanti per la serietà delle conseguenze dirette, ci sono delle analogie tra aspetti della pallavolo e della vita quotidiana con il cancro: avere un avversario che appare impossibile da sconfiggere, dover mantenere la lucidità nel corso di una sfida che in alcuni momenti può sembrare mettersi male, dover gestire la paura in certe situazioni intense, sono solo alcuni esempi di situazioni dell’oncologia ma anche dello sport.
Ci sono però due grandi differenze: la prima è evidente, non c’è partita che valga la posta in palio della vita. La seconda è che un campione si allena per queste difficoltà sin da quando è bambino, mentre il cancro arriva nella vita delle famiglie senza preavvisi o allenamenti possibili. Nonostante queste differenze sostanziali, il potere della metafora permette di far raccontare ad un atleta ciò che ha imparato nel volley lasciando lo
spazio per un confronto con cosa impara e affronta in maniera improvvisa chi si trova un tumore maligno sul proprio percorso di vita.
Come si concretizza la lotta contro il cancro attraverso il racconto dei campioni della pallavolo e dello sport in generale?
L’obiettivo è primariamente culturale: aiutare le persone a comprendere chi affronta un tumore porta la società ad evolvere, una sfida per combattere l’isolamento in cui si trovano improvvisamente i
pazienti e le loro famiglie. Attraverso dei dialoghi con i campioni del presente e del passato, creiamo delle interviste incentrate sulla storia del campione, nelle quali le parole e l’immagine dell’atleta catalizzano l’interesse dei tifosi e degli appassionati. Non dobbiamo sentirci insensibili o avere vergogna se diciamo che lo sport è un tema più interessante del cancro. Ma proprio per questo Atleti al tuo fianco mette a frutto le potenzialità divulgative dello sport per aiutare le persone ad
avvicinare un tema più spinoso. Leggere come Andrea Bari ha preparato la notte prima della finale per il bronzo a Londra 2012 ci dà modo di raccontare come si viva la notte prima di un esame di controllo: il tifoso è attirato dal backstage del campione di volley, ma intanto scopre che un
messaggio di incoraggiamento e vicinanza la sera prima di un appuntamento oncologico è in grado di contrastare la sensazione di essere soli a combattere contro la propria diagnosi. Attraverso la curiosità per lo sport, aiutiamo le persone ad espandere i propri strumenti per stare vicino a chi sta male.
In che modo le parole dei campioni di “Atleti al tuo fianco” arrivano alla platea di appassionati e praticanti?
Come primo strumento usiamo i Social Network: sui profili Atleti al tuo fianco in Facebook, Instagram e Twitter condividiamo tutta la nostra attività, con il grosso vantaggio di usufruire di una circolazione gratuita dei contenuti via internet. Ma grazie al sostegno di aziende, privati, fondazioni
e sportivi stessi, e con il contributo costante di Arenbì Onlus, le parole degli Atleti vengono anche stampate e consegnate gratuitamente negli ospedali e nei centri sportivi. Ad esempio, con il Lions Club Colli Morenici e il CSI Brescia abbiamo in corso la distribuzione gratuita di un volume per
tutti i tesserati del Volley CSI della provincia di Brescia, con all’interno le testimonianze di 15 campioni e campionesse della storia della pallavolo italiana. Atleti al tuo fianco ripete la stessa dinamica non solo nel volley, ma con più di 20 diverse discipline: dal calcio al basket, dalla pallamano al rugby passando per ciclismo, nuoto e tennis, gli sport praticati dai testimonial stessi.
Come funziona l’iniziativa legata al volley del CSI di Brescia?
In un volume di circa 70 pagine abbiamo raccolto le parole di diverse personalità legate alla pallavolo italiana: da Samuele Papi a Simona Gioli, da Manuela Leggeri ad Alberto Cisolla, passando per Marco Molteni e Simone Giazzoli, colonne del volley bresciano. Prima dell’emergenza Covid-19, abbiamo presenziato alle partite del CSI e prima dell’inizio della gara abbiamo spiegato il nostro progetto ad Atleti e staff, consegnando il volume ad ogni tesserato e i manifesti da apporre dentro la propria palestra. Ogni costo è stato sostenuto dai Lions Club Colli Morenici, che hanno fatto dell’iniziativa il proprio Service 2019. Purtroppo il coronavirus ha fermato gli incontri prima che tutte le squadre ricevessero il volume, ma completeremo il tutto con l’inizio della nuova stagione.
L’emergenza Covid-19 ha fermato l’attività di Atleti al tuo fianco?
Abbiamo dovuto rivoluzionare il nostro modo di operare: non potendo né incontrare gli atleti né distribuire i volumi, abbiamo lavorato da casa per continuare a creare vicinanza, sostegno e protezione per chi è ammalato di tumore. A marzo abbiamo lanciato la campagna fotografica #acasaproteggi perché fossero i campioni stessi, immortalati con alle spalle il proprio ambiente domestico, a spiegare ai nostri follower che rimanendo a casa si stesse proteggendo chi ha una diagnosi di cancro dal pericolosissimo incontro con il Covid-19. Contemporaneamente, grazie al lavoro in sincronia con Arenbì Onlus, abbiamo donato mascherine FFP2 agli operatori di case di riposo nei territori in cui siamo attivi con il progetto. A inizio giugno abbiamo tagliato il traguardo delle 100 Rsa a cui abbiamo destinato il contributo.
Tutti gli atleti sono ritratti con le mani unito sotto il sorriso: perché questa particolare posizione?
Perché vogliamo che il nostro messaggio sia fruibile anche istantaneamente: oltre al contenuto testuale di ogni intervista, sempre diversa sia nelle domande sia ovviamente in ciò che ogni singolo
campione può rispondere, vogliamo invitare tutti a comprendere quanto bene possano fare in oncologia la vicinanza fisica e il sostegno emotivo. Questi due elementi sono indispensabili e alla portata di tutti e vengono rappresentati proprio dalle mani che si toccano e dal sorriso delle nostre
fotografie, rilanciati sia dai campioni, sia dalle squadre stesse che incontriamo con la campagna #squadramaniesorriso
Come si può sostenere la vostra attività?
Siamo un progetto di sensibilizzazione, tutto ciò che porta alla conoscenza di Atleti al tuo fianco ci permette di raggiungere l’obiettivo: si possono divulgare le nostre pagine social, ci si può invitare a tornei, partite o allenamenti: noi ci presentiamo sempre con del materiale gratuito da distribuire, sul quale i beniamini dello sport in questione aiutano a capire le emozioni di chi combatte un tumore. Conoscere è il primo passo perché il cancro non sia più un tabù confinato negli ospedali, ognuno per questo è chiamato a fare la propria parte: parlarne permette già di raggiungere l’obiettivo.
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Momento di incontro pre gara a Trenzano Simona Gioli Alberto Cisolla Idras Montichiari Millenium Brescia