Dario Simoni: coach Bresciano in Superlega

Abbiamo fatto qualche domanda a Dario Simoni, allenatore bresciano da quasi vent’anni nel giro della Serie A1 di pallavolo. A lungo nello staff della Gabeca, sia in prima squadra (da secondo e poi da primo allenatore) sia nelle giovanili, sia a Montichiari sia a Monza. Nella sua carriera è stato al fianco di allenatori di primo piano, e le sue ultime tre squadre sono Trentino Volley, Modena Volley e Blu Volley Verona. Proprio a Verona, dove è dalla scorsa stagione, è stato confermato al fianco di Radostin Stoytchev per un’altra annata. Lontano da Brescia ad allenare, ma sempre pronto a portare la propria esperienza al fianco di tante società bresciane.
Come ti sei avvicinato al volley?
Un po’ per caso, la prima volta a scuola e poi all’oratorio.
Hai iniziato la tua carriera professionistica in provincia di Brescia. Ora è da tanto che sei via, anche se Verona non è tanto distante, sogni un ritorno?
Veramente no, nel senso che non mi dispiace far pallavolo in giro per l’Italia, o per il mondo, mi piace conoscere nuove persone e diversi modi di vivere, lo trovo interessante e stimolante.
Se dovessi dare un voto alla stagione che si è conclusa a marzo, quale daresti?
Il voto che darei sarebbe 5, non sono certamente soddisfatto della scorsa stagione, sia per i risultati della squadra ma soprattutto per il mio apporto. Sono stato distratto da questioni extrapallavolo che non mi hanno permesso di rendere al massimo, cosa che quest’anno non accadrà.
Sei da tanto tempo nel campionato italiano, ma hai sperimentato la pallavolo fuori dall’Italia prima con la nazionale Bulgara, poi con una breve avventura in Polonia. Che cosa ci manca in Italia?
Rispetto alla Polonia manca molto in termini di coinvolgimento del pubblico. Per il resto credo che ognuno si debba concentrare al massimo nello svolgimento del proprio lavoro e noi allenatori, io per primo, dobbiamo restare focalizzati su noi stessi, cercando di migliorandoci costantemente.
Nella tua carriera hai avuto, e hai tutt’ora, la fortuna di lavorare con tecnici di livello assoluto. Guardando gli ultimi anni, Stoytchev e Lorenzetti, approcci diversi ma con entrambi risultati notevoli. Che cosa hai imparato da questi allenatori?
Da loro ho imparato tantissimo, da Angelo come si studia la tecnica, direi che mi ha aperto un mondo, e che oltre al giocatore c’è qualcosa di più che vale la pena esplorare. Già questo mi sembra un’immensità. Da Rado, l’organizzazione del lavoro, l’idea che la pressione possa essere allenata – che il lavoro, il duro lavoro, porti dei risultati – la concretezza e la semplicità rispetto al gioco.
Come deve approcciarsi alla disciplina un giovane allenatore che vuole imparare e migliorarsi?
Se posso, a mio parere un giovane allenatore deve avere fame, fame di imparare, di studiare, di capire, di provare. Non deve aver paura di confrontarsi con gli altri allenatori, di assistere agli allenamenti di squadre di serie A e di fare domande. Deve essere umile ed ascoltare, facendo poi le proprie valutazioni. Io ad esempio evitavo i confronti e ritenevo inutile guardare la pallavolo di alto livello, perché la ritenevo fuori dalla mia portata. Questo è stato un grande errore, ma non ho mai smesso di studiare e sono sempre stato molto curioso.
Un momento della tua carriera che non dimenticherai mai?
Devo dire che ce ne sono tanti, uno su tutti il raggiungimento della finale nazionale under 20 con la mia squadra di giovani di Montichiari, e tutto ciò che è girato attorno a quel momento: dalla gioia condivisa con Silvia Goglione, all’arrivo in elicottero il giorno seguente del Presidente Marcello Gabana, agli occhi dei miei ragazzi che avevano capito che nulla era impossibile…

Hai progetti per il futuro? Se si possono dire…
Per i futuro sogno un’occasione da primo allenatore. Non rinnego nulla di ciò che ho fatto e sono assolutamente felice di ciò che sto facendo ma credo sia arrivato il momento di provarci. Non so quando accadrà, anche perché dividermi da Rado e da una società come Verona – nella quale sto davvero molto bene – non sarà per niente semplice, ma prima o poi farò questo passo, non appena mi si presenterà l’opportunità giusta.
Un ringraziamento?
Se è possibile volevo indicare una persona che ha determinato una svolta nella mia carriera e che non ho mai ringraziato adeguatamente, ed è Gigi Nava ,colui che mi diede l’opportunità di fare il secondo allenatore ad un altro grande (Sandro Danesi). E’ da quell’esperienza che tutto è partito.
Come vedi la nuova proposta di volleybrescia.it?
Trovo la proposta di Volleybrescia.it una idea davvero interessante e utile. Ci voleva qualcosa di nuovo che si occupasse del nostro territorio… Bravi!!!!
La foto in copertina è di Modena Volley