Bisogna davvero scegliere tra Sport e Salute? La lettera di Irene Favero

Nei giorni scorsi avevamo già accennato alle criticità insite nella ripartenza poco (se non per nulla) regolamentata della pallavolo non professionistica – delle Serie B e soprattutto delle C il cui rientro è imminente.
Irene Favero, coach del Volley Torbole Casaglia dalla lunga esperienza nelle Serie regionali e nazionali, ha espresso la propria opinione – di allenatrice e di fisioterapista in riabilitazione pneumologica, indirizzando una lettera a Bruno Cattaneo (presidente Federazione Italiana Pallavolo), Piero Cezza (presidente Comitato Regionale FIPAV della Lombardia) e Tiziana Gaglione (presidente Comitato Territoriale FIPAV di Brescia).
Lasciamo che le sue parole, qui riportate integralmente, riassumano al meglio la situazione:
Cari presidenti Pietro Cattaneo, Piero Cezza e Tiziana Gaglione,
Sono Irene Favero, allenatrice del Volley Torbole Casaglia (serie C).
Di professione faccio la fisioterapista in riabilitazione pneumologica, oltre ovviamente ad allenare squadre di pallavolo con grande passione (e qualche risultato) dal 1999.
Sento urgente il bisogno di scrivervi perché credo che la situazione sia veramente preoccupante: da marzo ad oggi in ospedale nei reparti Covid dove lavoro non c’è stata tregua. Non c’è stato giorno in cui i letti non fossero tutti occupati, ma la situazione è ancora più raccapricciante se pensiamo alla riabilitazione post-Covid.
Ho visto un 50enne che l’anno scorso scalava il Monte Rosa non riuscire ad alzarsi autonomamente dalla sedia a causa del Covid; ho visto una 55enne essere tetraplegica a causa del Covid e della terapia intensiva; ho visto un 66enne essere tetraplegico tracheostomizzato ed incapace di compiere le attività di vita quotidiana per 5 mesi, ho visto un 58enne dato per morto dopo 4 mesi (poi per fortuna è andato a casa sulle sue gambe seppure con due tutori alle gambe e un girello); ho visto un sessantenne amputato di gamba a causa dei danni al microcircolo dati dal Covid; ho visto una donna di 65 anni respirare a 60 atti al minuto anziché 12; ho visto e continuo a vedere questi danni terribili da Covid … ho visto anche tante persone, sinceramente troppe, lasciare questo mondo.
Allora io mi domando: siamo davvero certi che con una semplice autodichiarazione si possa tornare in palestra al sicuro? Dubito! Non credo corretto non sottoporre in modo capillare a controlli. Non credo corretto obbligare le atlete a scendere in campo nonostante tutte le paure, le preoccupazioni e nonostante il rischio di contagio (che si fa correre non soltanto alle atlete ma alle famiglie delle stesse). Due delle mie atlete hanno problemi di salute fra i familiari con cui vivono. Secondo voi potrei mai chiedere loro di correre il rischio di venire a contatto con molte persone indiscriminatamente ogni sabato sera? Altre mie atlete lavorano in modo precario e nel caso in cui fossero malate, o dovessero stare in quarantena, potrebbero perdere il lavoro. È corretto chiedere loro di correre questo rischio? E alle atlete che hanno paura e non si sentono al sicuro come rispondiamo? Dicendo che ogni giorno compiliamo una autodichiarazione? Credo che la situazione sfiori il ridicolo.
Sono una persona estremamente seria e per questo non voglio buttare alle ortiche i risultati che la mia società ha ottenuto nel tempo, per questo (in qualche modo) parteciperemo al campionato di serie C, ma è davvero questo quello che ci meritavamo? Non era forse dovere della mia organizzazione prendersi cura di tutte queste problematiche? Obbligare a protocolli sanitari di controllo (tamponi rapidi?) tutti coloro volessero partecipare ai campionati? Lasciare la possibilità di “ritiro senza perdere i diritti”? E tralascio i problemi che molte società, fra cui la mia, hanno per organizzare attività quando le palestre non sono utilizzabili …
Certo, ringrazio perché è stato deciso di non penalizzare “eliminando le retrocessioni” … ma questo non elimina i problemi sanitari che sono quelli che impediscono la serenità, obbliga solo a fare finta di non vederli.
Sono estremamente triste rammaricata e delusa,
un saluto a tutti
Irene Favero
Ringraziamo Irene per averci permesso di pubblicare la sua lettera. Per approfondire la situazione che sta vivendo il Volley Torbole potete leggere questo articolo.